Esibizionismi recenti

Si entra in contatto con lo spazio “Momus” di Torino dopo che hanno visto il nostro lavoro in “Zona Rossa” l’anno prima. Due stanze in zona Campidoglio, un critico indipendente, Silvio Valpreda, che ci viene affiancato da Lorenza Capitano, Fabio Roncarolo ed Eleonora Rossi, le anime di “Momus”.

E’ la prima esperienza dei Porka’s presso “Momus”.

Una collettiva in cui il gruppo irrompe armato di megafono, distribuendo una summa del loro (non) credo antiartistico.

Il pubblico è spiazzato, irritato, forse anche spaventato dalla estetica rovesciata e dalla totale assenza di savoir faire del trio. Ciononostante Roberta Tedesco chiede un intervista che le viene concessa direttamente nell’ atelier del vero, artista moderno: il cesso.

Il nostro modus operandi in realtà non piace molto neanche ai galleristi, ciononostante dopo nuovi contatti e confronti si riesce a mettere in cantiere “Un mondo in caduta libera”, una personale in cui finalmente riusciamo a presentare in grandi stampe i  lavori inediti degli ultimi due anni. Raccogliamo anche alcuni contributi scritti molto significativi. Li firmano Mario Cresci, uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo, Bruce Sterling, co-creatore del cyberpunk,  Stefano Procacci, giovane intellettuale e promessa della sociologia contemporanea, Giancarlo Ugazio, medico e docente presso diverse facoltà e tra i massimi esperti di malattie ambientali.

“Yellow cake”, “torta gialla”, il nome che ha il prodotto finale dei processi di concentrazione e purificazione dei minerali estratti che contengono l’uranio. Una miscela di ossidi di uranio, il massimo del pericolo di contaminazione radioattiva per l’uomo e l’ambiente.

Street-photo performance. Zona rossa di Trino Vercellese, la struttura che custodisce l’eredità dei programmi atomici del Belpaese. E’ un reato filmarla, fotografarla o anche solo avvicinarsi alla zona. Qui dall’87 ad oggi è custodito l’85% delle scorie radioattive che tutta Italia ha rifiutato. In una centrale nucleare a pochi metri dal fiume Dora che durante gli ultimi alluvioni ha provocato non poche preoccupazioni tanto da trasportare parte del materiale da stoccare nel vicino deposito di Avogadro.

Vogliamo presentare anche i bozzetti degli scatti che prepariamo prima degli interventi.


“Italian Dinasty”, una nazione immolata al fallimentare modello industriale degli Agnelli. Una umanità immolata ad esso, una città che è un monumento a questa famiglia: Torino. L’altare a Gianni Agnelli ed a Lapo Elkann era la vetrina di un negozio chic del capoluogo piemontese. La street-photo performance dopo l’ora di chiusura.


I primi tre scatti di “Jesus was not a rock’n’roll star”, il nostro personale lavoro “in progress” su Cristo. Non chiedeteci se siamo dei” papa boys” dediti a coprire i pedofili da sacrestia dietro una aureola, chiedetevi piuttosto perchè Gesù non è una star del rock’n’ roll…


La mostra da “Momus” diventa anche l’occasione per proporre un altro tassello inedito dell’incursione nell’Amiantifera di Balangero.


Si conclude con “Capitani Coraggiosi”. Anche questa stampata per la prima volta nel suo formato reale. 100×150 cm. Usata anche per il flyer dell’esposizione. Noi ne abbiamo fatto il nostro personale ringraziamento per tutti quelli che ci hanno supportato in questi anni.

Non possiamo però farci sfuggire l’occasione di parlare con la gente che è venuta per noi. Ma non vogliamo neanche mostrare i nostri visi come artisti che usano il vernissage per fare la ruota di pavone e battere qualche marchetta tra i convenuti.

Quindi si costruisce un confessionale. Coperti da una grata nel muro i Porkas potranno vedere senza essere visti, e chi vuole un incontro con loro può farlo ma senza vederli. Si entra nel confessionale, ci si rivolge a loro, mentre il dott. Porka in persona concederà alle loro curiosità e alle loro domande solo il tempo di un veloce ritratto. Dopodichè il fortunato dovrà lasciare il posto ad un altro. In poco tempo si forma una coda che arriva sin fuori dalla galleria. I dott. Porka’s riusciranno a uscire dal confessionale dopo oltre 4 ore di ricevimento e dopo 80 ritratti realizzati sul retro delle cartoline della mostra. Tutti realizzati rigorosamente live. E timbrati.

Ma un pò di sano voyerismo ce lo teniamo stretto. Da dietro la grata del confessionale scattiamo alcune foto. Non visti immortaliamo i questuanti venuti a mettersi in coda ed aspettare anche oltre 20 minuti pur di essere ricevuti…

 

 

 

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